M4810 #3: Rifugio Fallère

Animali di legno e vesciche ai piedi
Methodos - M4810 - Rifugio Fallère

Per una volta, il ritrovo con il gruppo non è all’alba. È una calda domenica pomeriggio di luglio, molti tornano dal mare o da qualche località di villeggiatura, e rimettere i piedi sull’asfalto bollente di Milano con mezza giornata di anticipo non è piacevole per nessuno. Per fortuna ci stiamo poco: siamo diretti parecchio in alto, in Val d’Aosta. 

È una tappa molto importante per vari motivi. In primis perché è la prima di due giorni, e c’è un’eccitazione quasi “scolastica” nell’aria, mentre si fa l’appello sull’autobus in stile gita di classe.

Poi perché è il primo 3.000 che il gruppo toccherà, la prima vetta, la prima via ferrata, insomma la prima vera alta montagna per molti. Sono tutti bellissimi, nelle loro giacche Salewa brandizzate, azzurre per le donne e gialle per gli uomini, vestiti come degli alpinisti professionisti. 

M4810 - Terza uscita

Ci sono alcune facce nuove tra il pubblico, giovani e sorridenti più che mai: sono gli stagisti. Inizialmente non erano stati coinvolti nel progetto anche per questioni normative, ma escludere qualche membro dell’organizzazione per qualunque motivo sembrava cozzare con i principi di inclusione e di collaborazione alla base di questa avventura. E così eccoli qui, probabilmente i più eccitati di tutti. Quante aziende farebbero lo stesso? Be’, forse è una domanda assurda in generale, vista la particolarità di tutto il progetto!

Altri visi nuovi sono rappresentati dai “significant others”, che oggi per la prima volta si uniscono a noi: un altro bellissimo elemento di coesione, di rispetto dei singoli, di affiatamento, che questo progetto dimostra di avere. E così, più numerosi e più affiatati che mai, partiamo alla volta della Val d'Aosta!

Domani ci aspettano grandi cose, come detto, ma per ora la nostra meta è meno impegnativa: iniziamo a salire da Vetan verso il rifugio Fallère, 2.385 metri sul livello del mare, 600 metri di dislivello. La guida alpina che ci accompagna ci sprona: una passeggiata facile facile, quasi sempre in piano e con qualche salita. Ok, sembra promettente.

M4810 - Rifugio Fallère

Il paesaggio è più bello che mai, sembra di stare in una pubblicità della Milka mentre attraversiamo verdi prati, ruscelli e sentieri. I proprietari di queste zone non sembrano troppo contenti di vederci nel loro territorio, però: le mucche ci guardano circospette mentre passiamo in mezzo a loro, non si muovono di un centimetro e scuotono le loro grosse corna, nemmeno i vegetariani si sentono al sicuro. Ma, forse convinte dall’autorevolezza che emana l’attrezzatura Salewa, ci lasciano passare indenni. Testiamo anche subito l’impermeabilità dei loro prodotti, visto che uno scroscio d’acqua ci dà il benvenuto alla partenza. Test superato con estremo successo, aggiungerei.

Dopo pochi chilometri, iniziano gli avvistamenti: “guarda, guarda! Un tasso! Una marmotta! Un capriolo!”.
Uno dopo l’altro, stupendi animali intagliati nel legno con tale precisione da sembrare veri fanno capolino nel sentiero. La cosa più bella è come sono posizionati: il loro creatore, Siro, l’estroso Geppetto di montagna proprietario del rifugio in cui dormiremo, ha una fantasia incredibile nel posizionarli in luoghi vagamente nascosti ma visibili, esattamente dove li troveresti se fossero di carne e pelliccia.

M4810 - Rifugio Fallère

E così, tra un avvistamento e l’altro, non ci accorgiamo nemmeno che la strada inizia a salire. Finché non diventa quasi verticale, e nemmeno gli animali di legno servono più a distrarci! “Prevalentemente piano con qualche salita", eh? 

Per fortuna il panorama a 360° sulla Valle e sulle montagne ci ripaga quando alziamo gli occhi. La guida ci indica anche una cima aspra e appuntita, la più alta del circondario: “domani arriveremo lassù, sulla vetta del Monte Fallère!”, annuncia. Un po’ di panico serpeggia nel gruppo, sembra lontanissimo e incredibilmente verticale, ma siamo troppo impegnati a mettere un piede davanti all’altro per concedergli troppa importanza. Per ora ci traina solo il pensiero della cena in rifugio che ci aspetta!

M4810 - Rifugio Fallère

“Siamo quasi arrivati! Ancora solo 20 minuti", cerca di rassicurarci la guida durante una delle pause, lungo questa salita che non perdona. “20 minuti? Caro, dobbiamo allinearci su cosa significhi quasi arrivati”, risponde ironico qualcuno, e risate ansimanti percorrono il gruppo.

Però è vero: manca ancora un bel po’ di sforzo, alleviato dalle sempre più numerose figure in legno che ci accompagnano, inclusi un finto portafoglio caduto in mezzo a un guado e una donnina che si solleva la gonna per fare la pipì (con un rigagnolo d’acqua dal torrente che la rende ancora più realistica).

Facile farsi un’idea della bellezza del rifugio, se solo il sentiero per arrivarci è così curato! Ci troviamo in un bellissimo hotel in mezzo alle montagne dotato di ogni comfort, dove ci viene servita un’ottima cena innaffiata di vino e dell’amaro locale, il Genepy.

Felici e rilassati, un po’ preoccupati per i compagni di camerata che russano o parlano nel sonno, ci avviamo ai letti: è il momento di provare l’ebbrezza di dormire a più di 2.000 metri! Domani si torna alle vecchie abitudini: sveglia all’alba e in marcia, il Monte Fallère ci attende!

The journey

1

M

3061

Mont Fallère

Methodos - M4810 - Mont Fallère

È la prima vetta oltre i 3.000m del nostro progetto

Il Mont Fallère  si trova nelle Alpi del Grand Combin in Valle d'Aosta.

Collocato tra la Valle del Gran San Bernardo e la Valdigne, rappresenta un  ottimo ingresso nel magico mondo dei Tremila. Il Mont Fallère, situato nel cuore della Valle d'Aosta propone una vista panoramica a 360° su tutte le vette valdostane. Il tracciato non è da sottovalutare ma in definitiva non presenta che lievi difficoltà alpinistiche e solo nel tratto di cresta finale.

Saliamo in due tappe: il primo giorno fino al Rifugio Fallère; il secondo giorno arriviamo alla vetta e poi scendiamo a valle. 

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2

M

3128

Punta Lechaud

La nostra prima salita alpinistica ad una cima

La Punta Léchaud (3.128m) si trova lungo la linea di confine tra l'Italia (Valle d'Aosta) e la Francia (Savoia). Si trova a sud del Col della Seigne (2.512m) tra la valdostana val Veny e la savoiarda Valle dei Ghiacciai.

Saliamo in due tappe: nella prima giornata camminiamo da La Visaille al Rifugio Elisabetta Soldini (2.195m); nella seconda giornata salita alla punta e ritorno a La Visaille. 

Dal Rifugio si sale al Colle di Chavannes (2.603m); dal colle si deve abbandonare il sentiero segnalato che inizia a scendere nel Vallone di Chavannes, seguendo un sentiero sulla destra che attraversa in piano il ripidissimo versante orientale del Monte Lechaud. La traccia prosegue sulla destra, sempre non lontana dalla cresta del Monte Lechaud e supera un valloncello di pietrame o neve, raggiungendo l'ampia conca dove è collocato il Ghiacciaio di Chavannes. Calzati i ramponi si mette piede sul ghiacciaio salendo in diagonale verso sinistra. Dal dosso si volge gradualmente a destra puntando direttamente alla cima, che si raggiunge superando alcuni tratti di facili roccette a gradoni. Panorama vastissimo e spettacolare sul versante italiano del Monte Bianco.

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3

M

3842

Vallée Blanche

Methodos - M4810 - Vallée Blanche

Traversata a piedi del ghiacciaio del Gigante verso l'Aiguille du Midi

Benché possa sembrare una "passeggiata panoramica", la Vallée Blanche non va sottovalutata, in quanto si tratta di un itinerario che prevede l'attraversamento del ghiacciaio del Gigante. È sempre necessario farsi accompagnare da una Guida Alpina che conosca molto bene l’itinerario e sappia leggere i pericoli.

Saliamo con funivia a Punta Helbronner (3.462m), indossiamo imbrago e ramponi e ci leghiamo in cordata. 

Il primo tratto ci fa perdere quota e poi si inizia a risalire verso l'Aiguille du Midi. L'ultimo tratto prevede la risalita di crinale e cresta innevata dell'Aiguille du Midi, con arrivo a 3.842m. 

Il ritorno è con i panoramici ovetti che ci riportano a Punta Helbronner. 

4

M

4559

Monte Rosa

Methodos - M4810 - Monte Rosa

2 giorni di full-immersion sul Monte Rosa per approfondire le tecniche alpinistiche.

Il Monte Rosa o Massiccio del Monte Rosa è un massiccio montuoso delle Alpi, posto nella sezione alpina delle Alpi Pennine, lungo il confine spartiacque tra Italia (al confine tra Valle d'Aosta e Piemonte) e Svizzera, che dà il nome al supergruppo delle Alpi del Monte Rosa, composto da diversi e importanti gruppi e sottogruppi, a est del Cervino e a sud-est del Massiccio del Mischabel. È il più esteso massiccio delle Alpi, il secondo per altezza dopo il Monte Bianco, il monte più alto della Svizzera e il secondo d'Italia, nonché quello con l'altitudine media più elevata: vi appartengono 9 delle prime 20 cime più alte della catena alpina.

5

M

4061

Gran Paradiso

Methodos - M4810 - Gran Paradiso

Il Gran Paradiso è l'unica montagna di 4000m totalmente in territorio italiano.

Il Gran Paradiso è l'unica montagna di 4000m totalmente in territorio italiano. Classica e affascinante salita: dopo una prima parte su ghiacciaio, per poter raggiungere vetta con la statua della Madonna, bisogna superare alcuni semplici passaggi di roccia.

6

M

4810

Monte Bianco

Methodos - M4810 - Monte Bianco

Il Monte Bianco (Mont Blanc in francese e in arpitano) è una montagna situata nel settore delle Alpi Nord-occidentali, lungo la sezione alpina delle Alpi Graie, sulla linea spartiacque tra la Valle d'Aosta (val Veny e val Ferret in Italia) e l'Alta Savoia (valle dell'Arve in Francia), nei territori comunali di Courmayeur e Chamonix, che dà il nome all'omonimo Massiccio del Monte Bianco, appartenente alla sottosezione delle Alpi del Monte Bianco.

Con i suoi 4.808,72 m d'altezza (ultima misura ufficiale il 13 settembre 2017) è la montagna più alta delle Alpi, d'Italia, di Francia e in generale dell'Europa se si esclude il Caucaso: da qui il suo soprannome di Re delle Alpi. Condivide assieme al Monte Elbrus nel Caucaso un posto tra le cosiddette Sette Sommità del Pianeta.

Prevalentemente di natura granitica, irta di guglie e di creste, intagliata da profondi valloni nei quali scorrono numerosi ghiacciai, è considerata una montagna di grande richiamo per l'alpinismo internazionale e, da un punto di vista della storiografia alpinistica, la nascita dell'alpinismo coincide con la data della sua prima ascensione: l'8 agosto 1786.